Ecco alcuni dei comportamenti che deve mettere in atto
chi ha deciso deliberatamente di "restringere" la propria
alimentazione.
- Per combattere la
fame durante i "pasti" (ridotti in realtà a modesti spuntini)
mangia il più lentamente possibile, interrompe i pasti non appena sente
un senso di gonfiore anche minimo, o li consuma nello stesso orario,
nello stesso posto e possibilmente da sola.
A volte anche la disposizione dei bicchieri e della posateria deve avere
un preciso ordine, per evitare di perdere il controllo e di mangiare più
di quanto stabilito in partenza.
- Per combattere la
fame tra un pasto e l'altro assume bevande molto calde che in effetti
calmano un po' la fame. Anche l'uso di spezie può servire allo scopo.
- Mette in atto quella
che si chiama "alimentazione vicaria", cioè sviluppa il
desiderio di veder mangiare gli altri. Forte è quindi la voglia che i
genitori, i fratelli mangino magari proprio ciò che lei si è proibita.
È frequente inoltre che tali pazienti collezionino ricette di cucina o
preparino da mangiare agli altri. Tutto ciò provoca loro piacere e
sollievo.
- Nei momenti in cui
la fame si fa più intensa compie delle vere e proprie "abbuffate
virtuali", vale a dire immagina di mangiare grandi quantità di
cibo, magari osservando per ore la vetrina di un negozio alimentare o
guardando i cibi disegnati sulle ricette di cucina. I sogni tipici di
un'anoressica riguardano sostanzialmente il cibo.
- Per superare il
senso di colpa per aver mangiato, conta minuziosamente le calorie
ingerite o che avrebbe dovuto ingerire.
Subito dopo i pasti intraprende una frenetica attività fisica (corre,
cammina, balla) col preciso intento di smaltire quanto ingerito. Ciò fa
diminuire enormemente il senso di colpa derivato dall'aver ingoiato
quantità ritenute sempre troppo esagerate.
- Se ritiene di aver
mangiato troppo ricorre a mezzi di compenso come sputare il cibo,
indursi il vomito, usare lassativi e diuretici in quantità.
- Per evitare di
aumentare di qualche chilo... meglio dire etto, attua un autentico
controllo sul proprio corpo e sulle proprie forme. Si guarda spesso allo
specchio, si prova vestiti della taglia desiderata, controlla
continuamente il proprio peso sulla bilancia, si tocca il corpo per
sentire le ossa (segno che le cose "stanno andando bene"). Si
accorge se il cinturino dell'orologio stringe più del solito.
- Per evitare le
critiche e la disapprovazione dei familiari tende a nascondere il più
possibile il proprio comportamento. È questa un'ulteriore lotta in
quanto i genitori, prima o dopo insospettiti dall'atteggiamento della
figlia, inizieranno a spiarla e controllarla in ogni movimento.
Lei usa quindi per lo più vestiti larghi, con l'intento di nascondere la
propria condizione fisica, racconta molte bugie su quanto ha mangiato e
su quanto pesa. Nasconderà e getterà via il cibo anziché mangiarlo.
- Per evitare le
critiche e la disapprovazione di amici e parenti evita il più possibile
i contatti sociali, sia per non dover mangiare con loro (sarebbe
"costretta" a mangiare di più) sia per eludere le
considerazioni sul suo aspetto.
- Infine la grande
fonte di soddisfazione di ogni ragazza anoressica è mantenere il proprio
peso o calare un po' ogni giorno. Se qualcosa va bene, se ottiene un
successo, se riceve un complimento, tutto viene attribuito al suo corpo
magro. L'umore pertanto è direttamente proporzionale al peso e al
controllo sul corpo.
Diversamente diventa triste e ipercritica e si considera un fallimento
se aumenta di un etto. La sua autostima e il valore come persona
dipendono quindi esclusivamente dal suo corpo.
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