decagolo per i genitori per gestire le emozioni (a cura di domenico de luca)

  1. Comunicate alla figlia in modo diretto le vostre emozioni. Dite all'interessata cosa vi dà fastidio, cosa non vi piace, come vi sentite: non parlate alla figlia rivolgendovi al marito e viceversa.
  2. Siate autentici nell'espressione delle vostre emozioni. Non mostratevi contenti quando non lo siete, non cercate di nascondere disagi e preoccupazioni: non giova a nessuno.
  3. Siate distaccati e cercate di non farvi coinvolgere troppo dagli stati d'animo e dagli sbalzi d'umore di vostra figlia. Potete essere moderatamente sereni anche se le cose non vanno bene: questo aiuterà voi e lei.
  4. Cercate di capire e affrontare il motivo del vostro disagio. Non sempre è causato interamente dal problema di vostra figlia, altri possono essere i motivi: cercateli e affrontateli senza coinvolgere vostra figlia.
  5. Ascoltate e accettate il disagio e gli sbalzi d'umore di vostra figlia. È un bene per lei esprimere le emozioni, anche se intense e profonde: non cercate in alcun modo di frenare o impedire che ciò avvenga.
  6. Non cercate di "tirarla su" di morale. Fareste un grave danno, perché le impedireste di esprimere il suo profondo disagio. Rallegratevi invece quando è triste e arrabbiata, perché sta facendo la cosa migliore per lei.
  7. Non date consigli e soluzioni precostruite. Non serve perché la fate sentire ancora più inadeguata, mentre lei deve imparare ad affrontare e risolvere da sé i suoi problemi.
  8. Chiedetele come si sente, che cosa prova. È importante non parlare di cibo, peso, aspetto fisico in qualsiasi modo e forma. Andate al vero problema: spesso dire "mi sento grassa" equivale a dire "mi sento depressa".
  9. Accettate i conflitti con lei. Vostra figlia ha necessità di esprimersi e dire che cosa le fa rabbia di voi: accettate questi confronti e momenti intensi che fanno bene.
  10. Osservate e incentivate i segnali positivi: è più ribelle, si oppone ai genitori, dice quello che pensa, è più triste e lo esprime, dà importanza a persone esterne alla famiglia.