GLOSSARIO

 

A cura di Roberta Avolio

 

 

Obesità e rischio per la salute

Il grasso fa bene. Almeno il 3% del peso corporeo dovrebbe essere costituito da adipe, per proteggere gli organi interni, isolare termicamente l’organismo ed ammortizzare i colpi.

L’obesità invece fa male. Un peso eccessivo può provocare gravi disturbi e gli individui obesi hanno dal doppio al triplo di probabilità di morire prematuramente rispetto agli individui normopeso.

Un individuo viene definito obeso quando il suo Indice di Massa Corporea (IMC-BMI) è superiore a     30. Quando l’IMC-BMI è superiore 40, parleremo di obesità grave, ovvero di una forma di obesità che comporta un grave rischio per la salute del soggetto.

Un obeso è quindi un individuo che ha un peso che supera di gran lunga quello ritenuto ideale dal punto di vista sanitario (ed anche dal punto di vista assicurativo).

I rischi che corre un obeso consistono in una serie di malattie che si è visto essere più frequentemente correlate all’obesità e tanto più probabili quanto più grave è il livello di obesità presentato da un individuo.

Queste malattie sono: diabete, calcolosi biliare, insufficienza respiratoria, apnee notturne, malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, artrosi della colonna vertebrale e degli arti inferiori, gotta, anomalie della fertilità, cancro.

Lo stato di obesità costituisce inoltre un fattore di rischio specifico per gli incidenti anestesiologici, nel caso in cui occorra sottoporsi ad una anestesia generale per affrontare un intervento chirurgico.

E’ stato altresì dimostrato che questi rischi possono essere grandemente ridimensionati tenendo sotto controllo alcuni parametri di cui paradossalmente il peso sarà quello meno influente. Recenti ricerche hanno infatti dimostrato che una perdita del 10% del peso iniziale, oltre che essere un risultato facile da raggiungere e da mantenere nel tempo è già un fattore sufficiente per ridurre del 20% la mortalità totale per obesità, ridurre del 40% la mortalità legata all’aumentato rischio di cancro legato all’obesità, ridurre del 30% la mortalità legata al diabete, etc.

Quindi un piccolo calo di peso può dare grandi benefici per la salute.

Ma come fare a stabilire con più esattezza i propri indici di rischio? Come capire quando è opportuno perdere peso?

Una volta calcolato il proprio IMC-BMI, bisogna calcolare anche la circonferenza del giro-vita (che misura il grado di obesità addominale e che può essere calcolata con un semplice metro da sarto) in quanto il grado di obesità addominale è un altro fattore che si è visto essere correlato in maniera direttamente proporzionale al rischio sanitario per l’obesità.

La circonferenza del giro-vita è però un dato utile soltanto nel caso in cui, il valore dell’IMC-BMI sia inferiore a 35 (in quanto se è superiore vuol dire che l’indice di rischio è già sin troppo elevato di per se). Per ridurre l’indice di rischio patologico legato all’obesità, la circonferenza del giro-vita dovrebbe essere mantenuta inferiore a 88 cm. per le donne e a 102 cm. per gli uomini.

La perdita di peso sarà pertanto altamente consigliabile in tutti quei casi in cui:

·         Il valore di IMC-BMI è superiore a 30

·         il valore di IMC-BMI è compreso tra 25 e 30, ma la circonferenza del giro-vita è superiore a 88 cm. per la donna o a 102 cm. per l’uomo

·         esistono delle condizioni patologiche legate all’obesità (respiratorie, cardiovascolari, diabete, etc) già in atto.

In tutti questi casi, seguendo un programma di controllo del peso oggi disponibile in molti centri ospedalieri italiani, è possibile ridurre significativamente il rischio patologico legato alla condizione di obesità pure senza sottoporsi a diete massacranti o incongrue.

 

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