Peso estetico e peso
fisiologico individuale
Prima di lanciarsi
all’inseguimento del corpo ideale bisognerebbe chiedersi che tipo di
bellezza si vuole raggiungere.
Per molte donne il
massimo del desiderio consisterebbe nell’assomigliare alle eteree figure
delle modelle che ogni giorno ammiccano loro dalle pagine patinate delle principali
riviste di moda.
Eppure la maggior parte
delle indossatrici e delle modelle ha un peso ed un indice di massa
corporea che sono dal 15 al 23% inferiori a quello della media delle donne
di pari età.
Nel corso degli ultimi
trent’anni, le modelle sono diventate del 23% più magre, mentre il loro
target (la donna media di pari età che vive nei paesi occidentali) è
diventato del 15% più grasso. Questo è valido, anche se in misura minore
anche per i modelli maschili.
Il risultato di questo
trend è che, man mano che questo divario tra modelli e realtà andava
aumentando, gli uomini e le donne si piacevano sempre meno ed i DCA hanno
cominciato a diffondersi in maniera epidemica.
Una indagine pubblicata
nel 1995 su una rivista psicologica americana ha dimostrato che, dopo avere
sfogliato per tre minuti una rivista di moda di grande tiratura, il 70%
delle lettrici si sentiva depresso, colpevole per la propria debolezza, o
si vergognava del suo peso e del suo aspetto fisico.
Il peso estetico, il
peso cioè considerato desiderabile dall’industria della bellezza,
rappresenta per i più un peso irraggiungibile in quanto è assolutamente al
di fuori della portata dei loro geni (il loro corpo non è fatto cioè per
raggiungere e/o mantenere a lungo quel peso), ma non per questo esso è meno
appetibile.
Un concetto non molto
conosciuto o diffuso ma che meriterebbe un po' più di attenzione è invece
la definizione di peso fisiologico individuale. Con questo termine, i
nutrizionisti identificano di solito il peso che un individuo raggiunge ad
accrescimento somatico completato, all’età di circa 25 anni, sempre
beninteso che a quell’epoca il peso fosse nei limiti di variabilità dei
valori di riferimento previsti dalle tabelle di accrescimento.
Il peso è infatti, a
parità di altre condizioni, una funzione del tipo di costituzione e della
morfologia corporea, che a loro volta dipendono dalla statura e dalla
dimensione delle ossa.
Sulla base di questi
parametri, la costituzione di ogni individuo può essere classificata, come
appartenente ad una di queste tre tipologie: esile, normale o robusta.
Dunque, è evidente che
il peso cui un individuo può ragionevolmente aspirare come peso ragionevole
cui mirare è quel peso che, raggiunto dopo la fine della pubertà (periodo
di massima espressione della sua costituzione), è riuscito a mantenere più
o meno stabile per almeno due anni.
Tale peso potrà essere
ulteriormente diminuito (in maniera ragionevole) sino ad un massimo del 12%
e quindi mantenuto senza eccessivi sforzi seguendo una alimentazione
corretta ed un programma di attività fisica regolare e calibrata sulla
scorta dell’introito calorico individuale.
Aspettarsi più di
questo sarà francamente irragionevole.
Per alcuni di noi,
tutto ciò può rappresentare un boccone amaro da digerire, ma possiamo
assicurarvi che le cose stanno proprio così.
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